Grande soddisfazione per il risarcimento riconosciuto a una famiglia modenese assistita da Federconsumatori per i gravi disagi subiti, a giugno 2019, a bordo di una nave Costa Crociere diretta in Grecia.
Già all’imbarco erano chiare le prime avvisaglie di quella che si sarebbe rivelata una crociera da incubo: il corridoio dove era situata la cabina era pervaso da uno sgradevole odore di collanti e vernici, erano presenti operai intenti a rimuovere la vecchia moquette, sostituendola con una nuova.
Fattori che hanno creato a tutti i componenti della famiglia importanti problemi di respirazione, oltre a punture di insetti evidentemente messi in circolazione dai lavori.
Ben presto fu chiaro che tutta la nave era un cantiere: non era possibile accedere al balcone della cabina per godere della brezza marina a causa della continua pioggia di vernice. La nave difatti veniva ridipinta durante la navigazione.
Per non parlare degli spazi comuni: la grande piscina, fiore all’occhiello della nave, era chiusa per lavori. Ogni giorno, falsamente, ne veniva annunciata la riapertura per il giorno successivo, con il risultato che per una settimana i 2800 ospiti della nave si son dovuti accontentare di una piscinetta di 40 mq, ovviamente affollatissima.
Poi cavi, elettricisti, scintille e rumori dei lavori in corso, tipici di una nave in rada, senza turisti.
Ciliegina sulla torta, al rientro in Italia uno sgradito cambio di programma, con il rientro non a Venezia, ma a Trieste e un conseguente lungo viaggio in pullman.
Già sulla nave la famiglia aveva richiesto un risarcimento per i danni e per il disservizio patito; richiesta respinta da Costa Crociere, che sosteneva che gli interventi in corso erano del tutto “ordinari” e quindi compatibili con la presenza a bordo dei crocieristi.
La famiglia si è perciò rivolta a SOS Turista, sportello nazionale di Federconsumatori dedicato al turismo, che ha portato Costa Crociere davanti al Giudice di Pace di Modena. Determinante per l’esito è stato l’aver documentato con grande attenzione lo stato della nave, con molte fotografie.
Nei giorni scorsi il Giudice ha condannato Costa Crociere a risarcire la famiglia modenese, seppur parzialmente, oltre alle spese legali.
Il risarcimento è stato previsto in forma parziale solo perché, mancando una perizia medica, non è stato possibile dimostrare il nesso tra l’asportazione senza protezioni della moquette ed i problemi di salute conseguenti.
Si tratta in ogni caso di un riconoscimento importante, che conferma la scorrettezza della pratica messa in atto da Costa Crociere che, non avendo previsto in una corretta programmazione il fermo della nave per ristrutturazione, l’ha effettuata impropriamente durante la navigazione, con la nave affollata di turisti.
Dimostrando in tal modo l’obiettivo di massimizzare i ricavi anche a discapito della salute e della sicurezza della clientela.
Da molti mesi in tutto il mondo le navi da crociera sono ferme, a causa della pandemia. Quello che è stato un settore in impetuosa crescita ora si interroga sul proprio futuro.
Speriamo che questi mesi siano stati anche una occasione per riflettere sulle proprie condotte e sulla necessità di migliorare il proprio approccio al cliente in caso di disservizi.
Perché si evitino nel futuro altre crociere da incubo, e perché chi chiede il rispetto del diritto a godere di una vacanza serena, non sia costretto a cercare giustizia nelle aule dei Tribunali.
Ricordiamo a tutti i passeggeri che abbiano preso parte a tale crociera che, se hanno correttamente presentato reclamo entro i 10 giorni previsti dal rientro e se hanno testimoni o fatti che attestino quanto accaduto sulla nave, ora possono rivolgersi alla Federconsumatori per richiedere il danno da vacanza rovinata davanti al Giudice di pace.