FIR: con la piattaforma ancora bloccata, si rende doveroso un rinvio dei tempi per permettere la variazione dell’IBAN

Necessario un incontro urgente con le Associazioni dei Consumatori riconosciute dal CNCU.

Nei giorni scorsi abbiamo richiesto un incontro urgente al Ministro Giorgetti e a Consap, per sottolineare la mancata previsione di alcuni interventi che riteniamo necessari: a partire dall’integrale riconoscimento degli importi agli aventi diritto; dalla possibilità di accedere al fondo anche per quei cittadini che, incolpevolmente, hanno commesso degli errori nella dichiarazione relativa al possesso dei requisiti reddituali e/o patrimoniali; dal diritto all’indennizzo a chi è stato escluso a causa di un errore dell’Agenzia delle Entrate; dall’erogazione in tempi congrui.

Abbiamo inoltre sottolineato che fosse impensabile la data del 31 luglio come termine ultimo per comunicare la modifica dell’IBAN a cui recapitare gli indennizzi: una scadenza in piena estate, senza una attenta e capillare informazione, che avrebbe rischiato di determinare il collasso del portale su cui si inseriscono le domande, come purtroppo già avvenuto più volte in passato.

Previsione che, puntualmente, si è avverata: ad oggi, infatti, il portale FIR è ancora bloccato e non si può procedere all’inserimento dei dati bancari variati.

Gli sportelli delle nostre Associazioni sono letteralmente subissati da richieste di informazioni e di appuntamenti: a chi deve aggiornare i dati, infatti, si aggiungono molti ex azionisti, più o meno anziani, che non ricordano quale conto corrente avessero indicato per ottenere il 30%, gli eredi degli aventi diritto e cambi iban non voluti a seguito di fusioni tra istituti di credito o chiusure filiali. Di tutti questi elementi il Governo e Consap devono tenere conto.

Inserire i dati di migliaia di utenti in pochi giorni utili, con il portale ad oggi ancora chiuso, è inconcepibile: nasce anzi il sospetto che chi abbia disposto la misura in realtà confidi nel fatto che non venga utilizzata interamente la dotazione finanziaria, magari per fare cassa destinandola poi ad altri scopi.

Oppure, chi ha concepito e disposto tali misure ha un’alterata percezione della realtà: probabilmente a furia di confrontarsi con soggetti minoritari, sia in termini di rappresentanza che di rappresentatività, nati sulla scia dei recenti scandali bancari, piuttosto che con le Associazioni dei Consumatori riconosciute dal CNCU che da anni si impegnano per la tutela e difesa dei risparmiatori e dei cittadini tutti, anche attraverso attività di educazione finanziaria, è erroneamente indotto a credere che gli utenti coinvolti, che devono effettuare il cambio IBAN, si riducano a poche decine.

Torniamo, pertanto, a risollecitare l’urgenza di un incontro, per discutere delle criticità ancora esistenti e per esigere tempi congrui e piattaforme pienamente operative, efficienti e funzionanti.

Federconsumatori, Udicon, Assoutenti, Adoc, Adiconsum, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Casa del Consumatore e Movimento Consumatori

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